| Rally delle Alpi Orientali 1975 III puntata.
... il rally continua. Tiriamo un po’ i remi in barca anche se mi rendo conto che è una delle situazioni peggiori in cui ti puoi venire a trovare sul finire di un rally.
In azione in una delle ultime prove speciali
Ma evidentemente il nostro Alpi Orientali, corso fin dall’inizio tra mille peripezie, non deve finire in tranquillità e così portata onorevolmente a termine la penultima prova speciale, ci presentiamo all’ultima, piuttosto lunga e difficile poiché il percorso è misto, asfalto e terra. Per non rischiare optiamo, anziché per le gomme “racing”, per delle stradali, le mitiche Pirelli “CN”, usate, sia pure con differente mescola, anche per equipaggiare le auto di serie. Una scelta che si rivela sbagliata poiché dopo i primi chilometri di asfalto il battistrada si degrada rendendo difficile il controllo dell’auto (sembra di avere le gomme chiodate), mentre nel tratto in terra (brutta) il rischio di una foratura è molto elevato. Comunque, nuovamente mani nei “cocones” e, sia pure con la massima apprensione, riusciamo finalmente a portare a termine questa benedetta ultima prova speciale che sembra non finire mai. All’uscita della prova, arrivati al controllo stop, mi fiondo al tavolo dei cronometristi per farmi segnare il tempo sulla tabella di marcia (meglio vedere di persona che tempo ti segnano, non si sa mai, visto i precedenti!). Voglio anche sapere il tempo fatto segnare dalla Beta numero 4, quella di Pregliasco-Sodano. Naturalmente becco una testa di cazzo di cronometrista che mi dice che lui non è tenuto a dare i tempi degli altri equipaggi. Provo a controbattere, ma preferisco lanciargli un bel e sentito vaff, anche se detto tra me e me. Il motivo della mia richiesta sta nel fatto che il problema verificatosi all’uscita della prima prova speciale (ricordate?) e cioè la non trascrizione sulla tabella di marcia del tempo fatto, non si è ancora risolto e così, con quel minuto in più o in meno e con la mancanza dell'ultimo tempo fatto segnare da Pregliasco, non sono del tutto sicuro della nostra vittoria. All’assistenza, i ragazzi ci cambiano le gomme e iniziano a festeggiarci. Chiama via radio anche Silecchia che si congratula con noi. Io, invece, mi rimetto ancora una volta le mani nei cocones, calmo gli animi, chiedo e ottengo che una 125 berlina dell'assistenza veloce con dei ragazzi ci scorti fino all’arrivo. Iniziamo l’ultimo controllo orario. Una formalità direte voi e, invece, no, i problemi non sono ancora terminati. Insomma, ci dirigiamo verso Udine su una statale abbastanza trafficata. Mi attacco alla radio, voglio sapere da Silecchia il tempo fatto da Pregliasco, ma mentre sto discutendo con lui una pattuglia della polizia stradale ci fa segno di fermarci. Chiediamo all’agente il motivo dello stop e questo,ci dice candidamente che, contromano, sta per transitare una corsa ciclistica. Non riesco a dire nulla anche se dentro di me vorrei cacciare un urlo bestiale. Bobo, invece, serafico, si informa che tipo di corsa è, chi è il campione che la può vincere. Almeno uno dell’equipaggio non è furioso. Controllo l’anticipo del CO. Mah forse se questi ciclisti del tubo si sbrigano ce la facciamo anche se c’è da tenere in considerazione il traffico all’entrata nella città di Udine. Per fortuna, i fuggitivi, la testa della corsa e il plotone compatto non ci obbligano a stare troppo fermi e così riprendiamo a tutto gas l’avvicinamento al traguardo. Siamo già in città quando Silecchia mi chiama e mi conferma che abbiamo vinto: Pregliasco, secondo, è staccato di ben oltre un minuto, per cui anche se ci danno un minuto in più (quello che balla dalla prima prova speciale del rally), l’equipaggio Lancia non può soffiarci la vittoria. Con Bobo ci stringiamo la mano, come sempre all’arrivo di un rally. Questa volta però, la stretta è più forte del solito. Ci guardiamo e per un attimo leggiamo nei nostri occhi una felicità incontenibile, ma anche tutte le peripezie vissute in un rally durissimo. Facciamo gli ultimi metri prima di salire sulla pedana d’arrivo urlando di gioia, ma anche per scaricare la tensione pazzesca che abbiamo accumulato in ore e ore di corsa. Ecco, siamo in centro a Udine, in piazza Libertà. Stiamo festeggiando in piedi sulla 124 spider Abarth numero 10 che è andata benissimo dall’inizio alla fine del rally ed è forse stata l’unica a non averci dato dei problemi.
Stravolti dalla fatica, ma "strafelici". E' bello festeggiare la vittoria.
Mentre scorre lo champagne, penso che è la seconda gara che vinco con Bobo, penso ai miei, a mia madre che mi guarda da lassù (l’unica a sapere fin dall’inizio come sarebbe andata a finire la nostra corsa), ai ragazzi dell’assistenza e, soprattutto, a chi a bordo strada ci ha sostenuto con un grande tifo e ha sofferto con noi giorno e notte per tutta la durata della gara. Beh, è ormai sera inoltrata quando, terminata la premiazione, il gruppo degli amici pavesi mi imbarca su di una Volkswagen Maggiolino Cabrio nera con destinazione Milano. La mia 124 spider Abarth Rally bianca e nera la lascio a Udine. Prima di partire, Bobo me l’ha chiesta in prestito perché mi confessa di essere senz’auto. Mi dice che ci pensa lui a farmela riavere a Milano, mentre io mi chiedo come sia arrivato ad Udine prima della gara! Mah, meglio non indagare. Riesco a intravedere le luci gialle dei lampioni della tangenziale di Udine, poi mi addormento profondamente. Quando uno degli amici pavesi mi sveglia, vedo le luci, anch'esse gialle, dei lampioni che illuminano l’incrocio sotto casa mia a Milano. E’ notte fonda! Dopo poche ore sono già al lavoro in redazione, ma ancora non mi rendo conto che cosa sia successo nel fine settimana.
P.S. Volete sapere come è andata a finire la querelle sul tempo della prima prova speciale? Beh, ci è stato dato il tempo corretto, quello che avevamo rilevato noi. Dunque, nessun minuto in più.
Volete sapere la classifica finale? Da un giornale sportivo dell’epoca: 1° Cambiaghi-Twinmaster in 3 ore 52’ 09” . 2° Pregliasco-Sodano in 3 ore 53’42”. 3° Svizzero-Masetto in 3 ore 55’ 13”. Poi, nell’ordine, Pinto, Bisulli e Ballestrieri.
Volete sapere come è andata a finire la love story con la navigatrice di cui mi sono innamorato durante la festa a casa di Claudio De Eccher? L’ho rivista due settimane dopo al mare, a Iesolo. E’ arrivata con una splendida e rara MG B GT (versione coupé della mitica spider inglese) di color rosso. Poi le telefonate si sono via via diradate e la nostra “serata” nella splendida villa del campione friulano è diventata un bellissimo e indimenticabile ricordo.
Edited by Twinmaster - 27/9/2009, 19:42
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