RALLYMANIA

Posts written by ruben29292

view post Posted: 28/4/2024, 00:29     WRC 2024 - DISCUSSIONI SUI RALLY
scusate ma il 25 aprile non c'era la riunione tra team e Fia per decidere per le prossime stagioni? Non trovo i risultati di tale meeting da nessuna parte
view post Posted: 23/4/2024, 17:51     +1WRC 2024 - DISCUSSIONI SUI RALLY
https://dirtfish.com/rally/wrc/ogier-wrc-p...wkzm-QFGrNzMHew Ogier pensa che il nuovo sistema di punteggio sia una presa in giro (e non è l'unico)
view post Posted: 10/4/2024, 15:22     WRC 2024 - DISCUSSIONI SUI RALLY
CITAZIONE (sisteron @ 10/4/2024, 14:21) 

niente contro le Canarie, ma il rally di Croazia è in un periodo dove non lavoro e non troppo lontano da casa, quindi spero rimanga!
view post Posted: 1/4/2024, 17:19     +172° Safari Rally Kenya 2024 - WRC
CITAZIONE (sisteron @ 31/3/2024, 20:51) 
Però non si può dire che lo scopo per il quale è stato introdotto non lo raggiunga, purtroppo : a parte i primi tre arrivati il resto della compagnia si è dato da fare

L' idea dei punti la domenica non è sbagliata, il problema è la proporzione e i punti di sabato che vengono assegnati solo alla fine (bastava assegnarli a seconda della posizione raggiunta a fine rally, come si è sempre fatto, era molto più comprensibile per un appassionato medio)
view post Posted: 22/3/2024, 19:27     +2Mondiale Rally 1998 - Mondiale:il Pantheon iridato
https://youtu.be/k4MLxqkyrDw?si=VaepK-zuyTUul7rg

il video è pronto, spero vi piaccia! Doveroso un ringraziamento a sisteron e a voi del forum (che infatti ho menzionato nel video ;) )
Sottotitoli in italiano disponibili

Edited by ruben29292 - 23/3/2024, 00:12
view post Posted: 20/3/2024, 01:43     +2Mondiale Rally 1998 - Mondiale:il Pantheon iridato
ECCO, COME PROMESSO, LA PARTE 2 (E FINALE):
La prima metà di stagione era così giunta al termine, con tantissime domande ancora senza risposta. La seconda parte partiva subito con il botto: ad attendere i team c’era il Rally Acropolis in Grecia, noto anche come Safari Europeo per la sua durezza. La sua reputazione fu confermata già 4 km dopo l’inizio della prima speciale, con il ritiro di Makinen per problemi elettrici. Bruno Thiry fu il secondo tra i piloti principali a ritirarsi, poco dopo, quando il suo motore esalò l’ultimo respiro sulla SS5, mentre era in testa. Alla fine della prima giornata, praticamente tutti i piloti avevano riscontrato qualche tipo di problema, generato dal mezzo o da loro stessi. Nonostante in Mitsubishi non fossero certo entusiasti per aver perso, ancora una volta, Makinen, a consolarli c’era il loro pilota numero 2, Richard Burns: il britannico era in testa con McRae alle calcagna. Tuttavia, Burns perse tempo ad aprire la strada il secondo giorno, e scivolò fuori dalle posizioni di vertice. Mcrae balzò al comando fino alla fine della SS10, poi la coppia Auriol-Giraudet si è instaurata a sua volta in testa. Dietro a Didier e Colin, Sainz aveva di nuovo a che fare con Kankkunen. La terza giornata si preannunciava davvero scoppiettante, con solo 16 secondo a separare le prime quattro auto! Burns nel frattempo stava cercando di riprendersi quello che aveva perso, ma il rally dell’Acropolis voleva un’altra vittima, e scelse proprio la Mitsubishi di Richard, che dovette arrendersi per via di problemi alle sospensioni. Anche Sainz e Kankkunen riscontrarono presto grattacapi da risolvere e così Auriol e McRae si ritrovarono da soli a combattere per la vittoria. Auriol era in forma strepitosa e costruì una solida leadership sullo scozzese, il francese stava volando, volando così tanto che un atterraggio brusco gli costò 45 secondi e la vittoria. McRae non si fece pregare e portò a casa la terza vittoria dell’anno, affiancato da Auriol e Kankkunen sul podio. Sainz, Loix e Liatti completarono la zona punti. Dopo questo risultato, McRae era nuovamente il leader della classifica generale, con Sainz, Kankkunen e Makinen poco dietro di lui: quattro piloti di quattro team diversi!


Il round numero 9 riportava la contesa nell’emisfero sud, in Nuova Zelanda. Auckland attendeva i piloti con pioggia battente, con le strade che erano diventate di fanghiglia molto scivolosa. Geograficamente, questo era l’evento più vicino al Giappone. Considerando che tre dei quattro team proveniva proprio dallo Stato del Sol Levante, ci fu un’incredibile partecipazione di auto ufficiali, semi-ufficiali e private. Subaru per esempio aveva grandi aspettative per questo evento, e quindi oltre ai loro piloti titolari McRae e Liatti, aveva affidato una terza Impreza S5 al pilota finlandese Juha Kangas, nella speranza che potesse rivelarsi presto il nuovo Juha Kankkunen, e anche a una Impreza 555 semi ufficiale al l’idolo locale Possum Bourne. Nonostante tutto questo impegno, solo uno dei loro piloti fu in lizza per la vittoria: Colin McRae. Tutte le altre “Subie” erano già fuori dalla top 8 dopo il primo giorno. In ogni caso McRae, vincitore qui per tre volte di fila tra il 1993 e il 1995, trovò comunque da battagliare con qualcun altro: le due Corolla di Sainz e Auriol! I tre piloti si scambiarono le posizioni più volte. Nonostante la continua pioggia battente, gli spettatori non mancarono di far sentire il loro sostegno agli equipaggi: anzi, erano così tanti che cominciarono a piazzarsi anche in posti poco sicuri. Mentre stava spingendo come un matto, Colin si ritrovò a colpirne uno, che fortunatamente se la cavò solo con una gamba rotta. Dietro il trio di testa, Burns si ritrovava quarto, in attesa di un’occasione per arrivare sul podio. Il suo compagno Makinen era più indietro, guidando con grande attenzione per evitare un incidente, viste le tre Lancer distrutte nei tre anni precedenti. Ford era l’unico team non giapponese, ma aveva anch’essa delle sorprese: due Escort nuove di zecca, che dovevano essere le ultime due a essere costruite prima dell’arrivo della nuova Focus WRC nel 1999.
Sfortunatamente per loro, Bruno Thiry ne distrusse una seriamente. Fortunatamente l’equipaggio uscì illeso dalla botta, ma chiaramente serviva un’altra Escort per finire la stagione. Kankkunen a questo punto era chiamato a salvare la trasferta per Ford, ed era quinto alla fine della prima giornata. Il rally continuò con una pioggia incessante, che trasformò alcune strade in fiumi, provocando la cancellazione di un paio di speciali. In ogni caso l’evento continuò. McRae andò in testacoda sulla SS12 e dopo forò anche una gomma, Burns invece cappotto la sua Mitsubishi. Questo significava che le due Toyota erano indisturbate al comando, in battaglia per la vittoria. Auriol era mezzo minuto davanti a Sainz, prima di andare in testacoda a sua volta e perdere 40 secondi. Le due Corolla arrivarono alla fine della SS23 con solo mezzo secondo a separarle. Questo significa che le ultime due speciali videro un duello senza esclusione di colpi tra i due, e, alla fine Sainz portò casa il 22esimo sigillo nel WRC, un record per l’epoca. Auriol lo seguì sul podio assieme al prudente, per questa gara, Tommi Makinen. Questo significava quarto posto per Juha Kankkunen.
Dopo aver visto chi era il migliore in acqua in Nuova Zelanda, per il round numero 10 era il momento di vedere chi era il migliore in aria. Il Rally di Finlandia, un classico del WRC, attendeva i piloti con le sue strade con medie di velocità pazzesche tra gli altri e su tanti, tanti salti! Proprio qui in Finlandia ha debuttato una nuova WRC, la SEAT Cordoba. Il team spagnolo aveva vinto per tre volte di fila, tra il 1996 e il 1998, il titolo Kit Car. Il loro pilota di punta era Harri Rovanpera, padre di Kalle Rovanpera, il campione del mondo WRC in carica in questo momento. Nonostante il loro grande palmares nella categoria Kit Car, purtroppo le loro performance questa stagione non furono brillanti come il giallo della loro livrea, e conclusero la stagione con un solo punto. Con il team in giallo che doveva fare i conti con la forza dei nuovi avversari, il team in blu, la Subaru, non se la passava meglio qui: entrambe le Impreza di McRae e del pilota finlandese Jarmo Kytolehto erano già fuori dai giochi a causa di errori dei piloti, poco dopo l’inizio del rally. Gli altri piloti finlandesi in ogni caso non se la stavano cavando per niente male: Makinen era primo, Kankkunen terzo e Gronholm quarto. In seconda posizione c’era il solito Carlos Sainz, che era il primo pilota non scandinavo ad aver vinto qui nel 1990, e certamente contava nel ripetersi. Alla fine della prima giornata, le prime tre auto erano raccolte in solo 10 secondi, ma durante la seconda e terza tappa la coppia Makinen – Mannisemaki è semplicemente volata via, risultando inattaccabile dagli inseguitori, vincendo il rally per la quinta volta di fila e, soprattutto, riaprendo i giochi per il titolo. Sainz e Kankkunen occuparono i restanti gradini del podio, dopo aver combattuto strenuamente anche questa volta, ovviamente. Dietro di loro Gronholm concluse il suo rally fuori strada, consentendo ad Auriol, Burns e Radstrom di completare la zona punti.
l’undicesimo round del 1998 doveva essere il rally di Indonesia, inserito in calendario per la prima volta nel 1996. Purtroppo però l’evento saltò a causa delle crisi politiche dell’epoca e mai più ritornò nel wrc. Conseguentemente l’undicesimo round fu il rally di San Remo, nella nostra Italia. Per la prima volta dal sesto round, si trattava di un evento completamente su asfalto, quindi nuovamente le regine potevano essere attaccate dalle Kit Cars. Subaru arrivava qui forte della doppietta dell’anno precedente, ma McRae risultava già attardato da una foratura sulla SS3. In ogni caso l’Impreza confermò la velocità sull’asfalto, e l’idolo di casa Piero Liatti, supportato da tutti i fans della penisola, ora aveva la possibilità di svoltare la stagione con una bella vittoria. Sfortunatamente per lui, si ritrovava un avversario ostico da dover battere: Tommi Makinen. Nonostante si trattasse di un evento interamente su asfalto, il campione del mondo in carica arrivava qui in forma strepitosa dopo la vittoria in Finlandia. La battaglia naturalmente fu emozionante, con i due che conclusero la prima giornata separati da soli 3 secondi. Le due Corolla erano dietro la coppia di testa, aspettando l’occasione giusta per attaccare. Purtroppo per loro però, Auriol si ritirò dopo aver colpito una roccia in un tentativo di tagliare una curva, mentre Sainz si rese conto in fretta che più che attaccare i due di testa, doveva difendersi da un McRae in furiosa rimonta. Sainz riscontrò problemi ai freni, perdendo per il momento la battaglia con Colin.
I due piloti in testa, Liatti e Makinen, nel frattempo stavano ancora battagliando distanziati di poco, fino alla SS18, dove il finlandese vinse con 15 secondi di vantaggio, aumentando il vantaggio a mezzo minuto. Era finita? Probabilmente molti piloti lo avrebbero pensato, ma non Piero Liatti, che continuò a spremere la vettura al massimo. Thiry era l’unica Ford rimasta, dopo che Kankkunen aveva distrutto la sua durante la seconda giornata. Il belga si trovava quinto, ma faticava a mantenere un buon passo, mentre dietro di lui si avvicinava la Peugeot 306 Kit Car di Gilles Panizzi. Nonostante come abbiamo visto le Kit Car potessero dire la loro sull’asfalto, l’umidità e alcune sezioni scivolose durante la prima giornata le costrinsero a recuperare il terreno perso nelle tappe successive. Panizzi vinse 4 delle 6 speciali dell’ultimo giorno, e per Thiry fu game over, costretto al sesto posto dietro alla Peugeot Kit Car. Davanti a loro Sainz e McRae erano in battaglia per il bronzo. Nonostante El Matador volesse il gradino più basso del podio ardentemente, McRae fu in grado di difendersi, concludendo con solo 1,5 secondi di margine, una giusto premio per non essersi arreso dopo la foratura. Il suo compagno di squadra Liatti, nonostante l’impegno, non riuscì a sopravanzare Makinen, che riuscì ad amministrare egregiamente il vantaggio e a vincere in Italia per la prima volta. Questo risultato poneva il finlandese solo 2 punti dietro a Sainz, con ancora 2 gare da disputare. Grazie al terzo posto, anche McRae era matematicamente ancora in lotta per il titolo, ma le sue possibilità erano molto scarse.
Il penultimo round riportava la competizione nell’emisfero sud, per il rally di Australia, famoso per le sue strade polverose e strette con gli alberi a fianco pronti a mettere la parola “fine” sulla tua gara. Per questo evento gli organizzatori sperimentarono un rivoluzionario sistema di semaforo che, in qualche modo, diventerà uno dei protagonisti dell’evento, ci torneremo! La gara partì normalmente, con Makinen che soffrì di un problema alle sospensioni durante il primo giorno, mente era secondo. Non solo gli fece perdere tempo, ma gli costò anche un minuto di penalità per non aver riparato la sua auto entro il tempo stabilito. La possibilità di vincere il terzo titolo gli stava scivolando dalle mani. McRae anche stava combattendo contro problemi alle sospensioni, perdendo tempo e posizioni e concludendo solo sesto il primo giorno. Lo scozzese era già l’unica Subaru rimasta, dopo che Piero Liatti aveva distrutto la sua, nella sua ultima gara per il team. Ma dov’era Sainz? Con i suoi rivali in difficoltà, lo spagnolo poteva chiudere i conti per il titolo. Era quinto, non troppo distante da Kankkunen e Loix, ma con soli 10 secondi di margine su McRae; doveva certamente aumentare il ritmo se voleva qualche punto in più. Davanti a tutti c’era quindi la Evo numero 2 di Burns, che stava dominando l’evento con già un minuto di vantaggio su Auriol, secondo.
Il rally d’Australia, come molti altri questa stagione, provò che solo perché un pilota è primo con un buon margine non significa che i giochi siano chiusi! Durante il secondo giorno Burns si ribaltò, rompendo il turbocompressore e perdendo tutto il massiccio vantaggio costruito. McRae nel frattempo, per non farsi mancare nulla, si ritrovò anche con problemi all’albero di trasmissione, ma in ogni caso non era certo il tipo da arrendersi. Sainz intanto si era preso la prima posizione, la sua tattica di non forzare troppo durante il primo giorno sembrava pagare. Dietro di lui, incredibilmente, Makinen, che stava tenendo un ritmo assurdo. Se doveva superare Sainz, contava ogni decimo di secondo e lui di certo non voleva perderne altri. Ma forse stava esagerando: Makinen fu penalizzato di un minuto per una falsa partenza, apparentemente per non aver aspettato la luce verde. Il finlandese infatti era partito non appena il timer era sullo zero. Diciamo che forse il nuovo semaforo non aveva funzionato in modo eccellente. In ogni caso, durante la notte i giudici annullarono la penalità, in quanto questo nuovo sistema non era ancora coperto dal regolamento. Toyota e Sainz naturalmente non erano felici di questa decisione, ma decisero comunque di non protestare. Anni dopo il team manager del tempo, George Donaldson, disse a Dirtfish che dovevano salvare la reputazione dello sport e della squadra, non volevano vincere grazie a una situazione del genere. Con Sainz e Makinen dunque di nuovo testa a testa, McRae stava recuperando con una guida pressoché perfetta, guadagnando secondi su secondi ad ogni kilometro! Alla fine della SS22 su 24, lo scozzese era primo. Makinen, Sainz e Burns erano in ogni caso dietro di lui di soli 10 secondi. Quattro auto in 10 secondi, che rally! In ogni caso le ultime due speciali non sorrisero ai piloti britannici: Burns colpì un albero e ruppe il radiatore, mentre McRae fece saltare il turbocompressore. Lo scozzese così si dovette accontentare del quarto posto, dietro ad Auriol, un rally sfortunato per Colin, dove avrebbe meritato un risultato ben diverso. Non rimaneva più alcuna possibilità di titolo per lui. I due piloti in lizza per la vittoria erano Sainz e Makinen, con quest’ultimo che alla fine vinse il terzo rally di fila, superando lo spagnolo di due lunghezze, con un round ancora da disputare!
Il round finale era nelle foreste britanniche, dove si correva appunto il rally della Gran Bretagna: questo era il primo anno dove aveva perso la famosa denominazione di “RAC”. Rimaneva comunque un round molto difficile, su strade fangose e scivolose. Tutti si aspettavano una grande lotta tra i due contendenti al titolo, magari tirata sino alla fine, come in un film. La cosa sarebbe stata però troppo banale in una stagione ricca di sorprese come questa. Il round cominciò senza troppi fatti degni di nota, e andò avanti così fino alla SS5. La speciale era situata nel tracciato di test della Vauxhall, a Millbrok. 90 minuti prima dell’arrivo delle auto del WRC, erano passate le auto di un rally storico. Una di queste, una Hillman Imp, aveva lasciato una macchia d’olio in una curva sinistra. Makinen, il primo a raggiungere quella curva, non poteva accorgersene e finì contro un muretto di cemento. I piloti successivi vennero avvisati dai commissari di gara, ma per il finlandese nel frattempo sembrava tutto finito. Dato che l’evento attraversava strade pubbliche, Tommi non poteva guidare su tre ruote per legge, e la polizia lo fermò ad un certo punto. Con Makinen fuori, tutto quello che Sainz doveva fare per vincere il suo terzo titolo dopo sei lunghi anni era terminare almeno quarto. [99% me stesso, 1% Makinen] Alla fine della prima tappa lo spagnolo era secondo. In prima posizione c’era McRae, in grande forma durante il suo ultimo evento con Subaru: la fine di un duo leggendario. Vista l’occasione speciale, Subaru duplicò la presenza di McRae in team, ingaggiando Alister, il fratello più giovane di Colin, che aveva vinto il campionato britannico nel 1995. Alister era sorprendentemente in terza posizione, davanti a grandi nomi come Aurol, Kankkunen e Burns. Il giorno seguente tuttavia presentò nuove sorprese. Toyota perse due delle sue Corolla, quelle di Auriol e Gronholm, per via di problemi tecnici. Richard Burns e la sua Mitsubishi iniziarono la scalata verso la vetta della classifica, confrontandosi con McRae per la prima posizione. Sfortunatamente per Colin, la battaglia non durò granché: la sua ultima guida per Subaru terminò con un motore KO, non certo il modo in cui voleva lasciare Subaru. Burns quindi si prese la prima posizione, con nessun’altro in grado di contrastarlo. Sainz nel frattempo era quarto, la posizione minima per laurearsi campione. Doveva evitare di fare gravi errori e non doveva stressare troppo la macchina.
L’ultima giornata di rally dell’anno sembrava tranquilla, con la maggior parte dei piloti in posizioni ben definite e solo un ritiro tra I top driver: quello di Alister McRae. I fan di Carlos erano già pronti a celebrare il trionfo del loro idolo. Non troppo dopo aver visto Richard Burns tagliare il traguardo e conquistare la sua seconda vittoria, non vedevano l’ora di veder comparire la sagola della Corolla di Sainz. E aspettarono, aspettarono e aspettarono ancora. Finalmente Carlos comparì sulla scena, la sua Corolla si muoveva molto lentamente e fumava senza sosta. Una fiamma fece capolino da sotto il cofano e, tra lo stupore di tutti i presenti, la Toyota si fermò. Sainz e Moya erano a soli 300 metri dal traguardo, ma non c’era possibilità di far ripartire la vettura. Sainz aveva perso il terzo titolo. I rumors a proposito di questa incredibile Caporetto per Sainz non si sono ancora fermati! Alcuni dicono che Sainz stava guidando troppo con cautela, perdendo la concentrazione e danneggiando il motore in seguito a una piccola uscita di strada. Un’altra teoria vede uno dei meccanici aver causato un overboost sul motore con un’operazione sbagliata. Probabilmente non sapremo mai la verità, ma quel che è certo è che Makinen, che si trovava già all’aeroporto, fu chiamato dal fratello che gli disse che era campione del mondo per la terza volta di fila. Inizialmente Tommi pensò ad uno scherzo, prima che la gioia riempisse il suo volto. Naturalmente disse che gli dispiaceva per Sainz, chi non lo avrebbe fatto? In ogni caso, nonostante un inizio di stagione sfortunato, alla fine Tommi aveva vinto 5 delle 13 gare in calendario, quindi non è che non si meritasse il titolo. In ogni caso, non fu l’unica gioia per Mitsubishi quel giorno: grazie alla vittoria di Richard Burns, il team giapponese aveva vinto il suo primo (e sinora unico) titolo marche! Una stagione certamente da sogno per i fan del marchio con i tre diamanti. Il trionfo di Gustavo Trelles nel campionato Produzione, con la sua Lancer Gruppo N, non fece altro che aggiungere la ciliegina sulla torta alla stagione di Mitsubishi. Il pilota uruguayano si dimostrò veloce e costante tutto l’anno, vincendo anche lui il terzo campionato di fila. Con Burns primo e molti ritiri, le due Ford di Kankkunen e Thiry completarono il podio nell’ultima gara di sempre della Escort nel WRC, un bell’addio per un modello che aveva iniziato a gareggiare prima ancora dell’istituzione del mondiale. Sorrisi anche per SEAT, che aveva ottenuto il primo punto nel WRC. Con questi risultati finali, una stagione veramente incredibile giunse al termine. Makinen vinse il terzo titolo davanti a Sainz, McRae, Kankkunen, Auriol e Richard Burns. Come abbiamo visto il 1998 è stata davvero una stagione ricca di sorprese, colpi di scena ed avvenimenti impensabili, regalandoci anche diversi duelli indimenticabili. Per non parlare di uno dei finali di stagione più drammatici di tutti gli sport motoristici. Probabilmente Carlos Sainz non lo ricorderà con altrettanto affetto.
Per me è stata una tra le migliori stagioni nella storia del WRC, se non LA migliore. Era così piena di cose da dire che non è stato facile scrivere un riassunto. Spero che leggere questo muro di testo non sia stato troppo male

Edited by ruben29292 - 25/3/2024, 00:24
view post Posted: 18/3/2024, 15:39     +1COMUNICATI STAMPA & NEWS - DISCUSSIONI SUI RALLY
Toyota e Castrol tornano assieme, almeno per il BRC

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Edited by sisteron - 18/3/2024, 18:55
view post Posted: 17/3/2024, 22:24     +2Mondiale Rally 1998 - Mondiale:il Pantheon iridato
HO TROVATO IL TEMPO DI TRADURRE LA PRIMA META' DEL TESTO IN ITALIANO :) SPERO CHE COSì POSSA ESSERE FRUIBILE A PIù UTENTI. DATO CHE L'HO TRADOTTO UN PO' AL VOLO, SEGNALATEMI PURE CORREZIONI DA APPORTARE (può essere che alle volte i tempi verbali siano errati, perché sono pigro e me lo sono fatto tradurre prima da Deepl, correggendolo poi, nel caso ditemelo che mi fa piacere aggiustarlo).

Per essere spettacolare, una stagione di Motorsport dovrebbe avere i seguenti elementi: tanti team più o meno allo stesso livello pronti a battagliare a ogni curva, una selezione di splendide auto al massimo del loro potenziale, piloti di livello mondiale pronti a spingere questi mezzi al proprio limite e anche oltre, prime posizioni sempre incerte e un pizzico di drammaticità per mantenere il tutto fresco! Il mondiale rally 1998 certamente ha avuto tutte queste caratteristiche! Una stagione ricca di colpi di scena, dove il livello di guida era altissimo: 5 campioni del mondo pronti a tutto per aggiornare la loro collezione di trofei. Più di 25 anni dopo, riviviamo insieme una delle più belle stagioni della storia dei rally!

A proposito di piloti, il campione del mondo in carica, Tommi Makinen, con la sua Mitsubishi Lancer Evo, era sicuramente uno dei grandi favoriti dai bookmakers per la vittoria finale. Il pilota finlandese arrivava da due titoli di fila, nel 1996 e nel 1997. La vittoria nel 1998 avrebbe significato la prima tripletta di titoli nella storia del mondiale rally. Gli ex compagni di squadra Colin McRae e Carlos Sainz erano altri due piloti in lizza per la corona. Lo scozzese volante, alla guida della leggendaria Subaru Impreza, aveva vinto il mondiale nel 1995 e si era laureato vice-campione del mondo nel ’96 e nel ’97. El Matador invece era ritornato nel suo vecchio team, la Toyota, dopo aver vinto con loro il mondiale nel 1990 e nel 1992. Non erano i soli tuttavia a essere seriamente in grado di trionfare a fine anno, c'erano altri grandissimi nomi in lizza per la vittoria: rimanendo in Toyota, il compagno di squadra di Sainz era Didier Auriol, il campione del mondo 1994. E la Ford? Beh, il team americano aveva ingaggiato niente meno che il 4 volte campione del mondo Juha Kankkunen, al top in questo sport sin dai tempi delle famose Gruppo B. Oltre a questi cinque piloti, c'erano altri nomi che presto si sarebbero rivelati dei pezzi da 90. Un plotone di stelle incredibile! E il parco macchine, credetemi, non era da meno: la Subaru schierava la Impreza, migliorata ancora di più per sfruttare al meglio il regolamento delle World Rally Cars presente dalla stagione prima. La Ford, fanalino di coda nelle precedenti stagioni, puntava per l’ultimo anno sulla Escort, un nome associato ai rally sin dagli anni ’70, per poi far debuttare la Focus WRC nel 1999. Questa era inoltre la prima stagione completa per la Toyota Corolla, che aveva debuttato per gli ultimi eventi della stagione 1997. Naturalmente impossibile non menzionare la Mitsubishi, con la Lancer Evo IV, l’unica a rimanere con un’auto Gruppo A, cioè del vecchio regolamento, ma che a quanto pare dava più certezze che puntare su costruire una WRC. Insomma, non era solo il titolo piloti che si preannunciava battagliato sino alla fine. Finalmente, nel freddo gennaio del 1998, la stagione iniziò.


Il primo appuntamento della stagione era come al solito l'iconico appuntamento di Monte Carlo, che attendeva i team con condizioni pazzesche: asfalto, neve e, naturalmente, tanto ghiaccio. La scelta della gomma giusta fondamentale, prima di tutto per rimanere in strada. Lo ha capito quasi subito Auriol con la sua Toyota, che dopo aver ottenuto il miglior tempo nella prima speciale, è sprofondato rapidamente nella classifica a causa di una scelta sbagliata di pneumatici con conseguente toccata tutt'altro che leggera contro un muro di una casa. Alla fine della prima giornata, Makinen aveva preso il comando, con Sainz che guidava al limite per non perdere troppo terreno. Tuttavia, vi avevo promesso una stagione ricca di colpi di scena, beh, ecco il primo: Makinen, che aveva più di un minuto di vantaggio, è uscito di strada entrando in una curva ghiacciata con troppa velocità: prima gara e subito primo ritiro per lui. Sainz così si trovò in testa, ma Kankkunen non era certamente arrendevole alle sue spalle, dando al madrileno filo da torcere! Alla fine però a festeggiare la prima vittoria della stagione fu proprio Sainz, mentre Kankkunen dovette accontentarsi della piazza d’onore. Per Carlos si trattata della prima vittoria su una Toyota dopo 5 anni. La battaglia per il terzo posto si rivelò combattuta fino alla fine, con Mcrae a completare il podio dopo aver iniziato l'ultima speciale con un vantaggio di appena 1 secondo sul compagno di squadra Piero Liatti. Tornando a Sainz, molti addetti ai lavori erano sorpresi di vederlo già trionfare al debutto con la nuova vettura, addirittura scioccati visto il vantaggio finale di 1 minuto su Kankkunen. Bisogna infatti considerare che la Corolla aveva corso solo un evento su asfalto prima di allora! Auriol confermò il buon progetto di Toyota, facendo segnare tempi impressionanti ma non guadagnando punti a causa del tempo perso nella prima tappa. Tra i più allarmati certamente Tommi Makinen, che si rendeva conto che se la Toyota avesse dimostrato questo stato di forma tutto l'anno, il terzo titolo di fila era difficile da ottenere.

In Mitsubishi serviva una risposta rapida, e quale occasione migliore del secondo round, tra i nevosi paesaggi svedesi? Si trattava di un evento in cui Makinen era sempre andato bene. Prima di partire con la narrazione di questo evento, è necessario menzionare che nel 1998 solo due piloti, scelti prima dell’evento, potevano portare punti al proprio team. Tenete a mente questa cosa, sarà importante anche nel seguito della stagione. Proprio per l’unico evento solo su neve, la Toyota aggiornò i piloti che potevano portare punti, scegliendo Thomas Radstrom, specialista di questo rally e vincitore qui nel 1994, a scapito di Didier Auriol, che correva quindi con la sua Corolla senza poter portare punti al team; allo stesso modo, alla Subaru, Piero Liatti fu sostituito dal tre volte vincitore del Rally di Svezia Kenneth Eriksson, alla sua ultima guida per il team. Questi cambi saranno stati indovinati?
Radstrom vinse 6 delle 8 prove speciali del primo giorno, con Makinen che non era troppo distanziato in seconda posizione. Sainz, che aveva perso tempo nelle fasi iniziali aprendo la strada, seguiva i due scandinavi in terza posizione. Dietro di loro, il resto dei piloti faticava a trovare il ritmo giusto o doveva fare i conti con problemi vari e incidenti. Radstrom in ogni caso non era l'unica grande sorpresa di questo evento, quarto infatti c’era un giovane Marcus Gronholm con la sua vecchia Toyota Celica st205. Tutti i riflettori erano in ogni caso puntati sulla Corolla dello svedese, che nonostante la sua abilità sulla neve non aveva ancora vinto un rally mondiale: tutti si chiedevano se fosse questa la volta buona. Thomas iniziò il secondo giorno confermando l’ottimo ritmo e vinse le prime tre speciali della giornata. Non c’erano dubbi che fosse veramente veloce, ma forse lo era un po’ troppo… Nella prova speciale numero 12 il sogno di vittoria di Radstrom si infranse contro un banco di neve: Corolla danneggiata irrimediabilmente e fine dei giochi. Makinen ereditò così la prima posizione, con un minuto di vantaggio da gestire. Un campione come lui non poteva certo sbagliare due volte, e infatti il finlandese volante amministrò il vantaggio conquistò il primo successo stagionale. Dietro di lui Sainz e Kankkunen si trovarono a battagliare per il secondo posto, con il pilota Ford che aveva un misero secondo di vantaggio a due speciali dalla fine. Dopo un accesissimo duello, a guadagnare il secondo posto sul podio fu Sainz. Subaru non riuscì a finire con nessuna delle sue auto sul podio, ma la loro decisione di puntare su Kenneth Erikson per questo round alla fine si rivelò corretta, visto che McRae si ritirò per problemi elettrici e Liatti non riuscì a segnare buoni tempi sulla neve. Con il quarto posto di Erikson, l’ancora semi-sconosciuto Marcus Gronholm fu relegato in quinta posizione, certamente avrebbe visto risultati ben diversi nelle stagioni a venire.
Questa in Svezia era la decima vittoria di Makinen con la Lancer e, considerando che la vettura, attraverso le sue varie evoluzioni, aveva vinto 12 eventi WRC in totale (quindi solo 2 senza di lui), si capisce benissimo come Tommi fosse importante per la squadra e come fosse stata azzeccata la scelta di portarlo nel team nel 1994. Tuttavia proprio questa cosa doveva far riflettere Mitsubishi: come abbiamo visto Makinen aveva vinto i due mondiali precedenti, ma era stato lasciato troppo spesso senza un supporto valido. Il risultato? Due titoli piloti per Makinen e zero titoli sino a quel momento per il team Mitsubishi. Il secondo pilota di questa stagione era il giovane Richard Burns. Si trattava della sua prima stagione completa per Mitsubishi e il team era sicuro che avrebbe potuto contribuire bene alla causa, considerando che in precedenza aveva dimostrato un buon passo come pilota part-time. Fino a quel momento però aveva ottenuto solo 2 punti per via di un 5° posto a Monte Carlo e di incidente in Svezia, ma c'erano ancora tanti eventi da disputare e Richard era determinato a dimostrare a Mitsubishi che avevano fatto bene a dargli fiducia.

Dalla neve e dalle temperature sotto zero svedesi, ora gli equipaggi si spostavano nelle bollenti e polverose strade del Kenya per il famoso Safari Rally. I tempi in cui questo era una vera e propria maratona con migliaia di chilometri da percorrere erano ormai passati, ma rimaneva comunque la gara più lunga e ostica del calendario. A dimostrazione della cosa, l’evento registrò la sua prima vittima già prima dell’inizio delle ostilità: Bruno Thiry, che era il secondo pilota Ford, si infortunò durante le ricognizioni, dando occasione ad Ari Vatanen di sostituirlo per due eventi. Certamente a Ford poteva andare peggio: Ari era il campione del mondo del 1981, già vincitore del Safari nel 1983 e vantava anche quattro trionfi della Parigi-Dakar nel palmares, insomma un pilota che sapeva come vincere un rally come questo. Il rally iniziò e come da previsione le strade del Kenya non lasciarono i piloti tranquilli! Già alla fine della prima giornata, tra forature, problemi alle sospensioni, ai freni, incidenti, cappottamenti e una serie di altri problemi, praticamente tutti avevano avuto qualche grattacapo da affrontare. Makinen tuttavia era tra quelli che ne aveva avuti meno di tutti e concluse la prima giornata in testa. Dietro di lui si trovavano il compagno di squadra Burns e Mcrae sulla Impreza, pronti a tutto per conquistare almeno il secondo posto. La seconda giornata si rivelò però molto amara per il team Subaru, che perse entrambe le vetture per problemi al motore. In Mitsubishi al contrario tutto stava filando liscio, e cominciava ad alimentarsi più di qualche aspettativa di una comoda doppietta. Tuttavia, pensare di aver vinto a metà di un Safari Rally spesso si rivela un errore madornale. Makinen si dovette fermare per via della cinghia di distribuzione ko, lasciando Burns al comando. Richard si trovava con l’indicatore della temperatura dell’olio che gli dava qualche grattacapo, ma alla fine concluse il rally senza dare troppe grane, conquistando la sua prima vittoria nel WRC. Dopo un inizio di stagione non brillantissimo per il britannico, ora Mitsubishi contava già due vittorie di fila con due piloti diversi e, soprattutto, erano primi nel mondiale Marche! Dietro di lui i problemi hanno cominciato ad affliggere i vari equipaggi: Sainz si dovette ritirare con una sospensione KO, Auriol invece perse la sua terza posizione a causa di una foratura, non una gran giornata per il team Toyota. I piloti Ford completarono il podio, con Kankkunen davanti a Vatanen. Per Juha era il terzo podio di fila, ed era a pari merito con Sainz nel mondiale piloti! Certo, tutti sapevano che Kankkunen era fortissimo, ma pochi se non nessuno si sarebbe aspettato un simile inizio di stagione per lui: Juha aveva vinto il suo ultimo mondiale nel 1993 e non vinceva una gara dal 1994, dando così l’impressione di essere sul viale del tramonto. Mai sottovalutare un quattro volte campione del mondo!
Con una stagione che aveva già visto molti colpi di scena, le squadre tornarono in Europa per il quarto round in Portogallo. Stranamente la Subaru appariva in una forma non certo brillantissima: dopo aver vinto il titolo per tre anni di fila, era incredibilmente ultima nel mondiale marche! Mcrae, la stella della squadra, era famoso per spingere sempre al massimo. A volte era semplicemente imprendibile, altre volte era purtroppo per lui troppo veloce, tanto da guadagnarsi i soprannomi di Rolling Colin o Colin Mcrash da parte dei suoi detrattori. Tuttavia Colin era determinato a far tornare presto lui e la Subaru in lizza e fece quello che sapeva fare meglio: portare la “Subie” al limite se non oltre. Alla fine della prima giornata era primo, facendo registrare il miglior tempo in 6 delle 10 prove speciali in programma. Kankkunen, Sainz e Makinen erano già distanziati, poteva essere la svolta nella stagione del team in blu? Altre buone notizie per loro? Auriol, che si era dimostrato la più grande minaccia per Mcrae in questa gara, facendo segnare lo stesso tempo alla fine della speciale numero 2, era già fuori dalla contesa a causa di problemi al cambio. Per la prima volta in questa stagione, il pilota al comando a metà dell’evento non si ritirò, anche se subì una foratura. Le cose tuttavia stavano andando di male in peggio per i suoi rivali: Kankkunen uscì dalla top 6 presto a causa di problemi al differenziale, Sainz riscontrava noie ai freni e Tommi risultava definitivamente ritirato dopo aver distrutto la sua Evo IV. Penserete quindi che ormai Colin ce l’aveva fatta, sbagliato! Freddy Loix, che pilotava una Toyota privata, aveva vinto le ultime 4 speciali della giornata e stava giustamente pensando di attaccare la Subaru numero 3. Tuttavia, proprio quando stava assaporando il sorpasso, un problema al cambio lo costrinse ad accantonare l’idea di una vittoria che sarebbe stata pazzesca. Loix almeno evitò di ritirarsi, piazzandosi al terzo posto, un risultato comunque incredibile per un pilota non ufficiale.
Il Rally del Portogallo aveva già riservato incredibili emozioni, ma lo spettacolo non era ancora finito! Infatti, in qualche modo, a una sola speciale dalla fine, Carlos Sainz era a soli 7 secondi da Mcrae. Lo spagnolo aveva 11 km per superare lo scozzese. Il pubblico naturalmente non vedeva l’ora di assistere a questo ennesimo duello, forse ripensando anche alle feroci battaglie dei due nella stagione 1995, quando erano entrambi in Subaru. L’Impreza numero 3 partiva prima di Sainz. All’arrivo, Colin Mcrae è stato subito informato che El Matador aveva guadagnato 4 secondi ed era a metà del percorso. Tutti attendevano con trepidazione l’arrivo della Corolla, che sfortunatamente per Sainz, tagliò il traguardo guadagnando alla fine soli 5 secondi: Mcrae e il co-pilota Grist avevano vinto il Rally del Portogallo con soli 2 secondi di vantaggio, uno dei margini più stretti nella storia del WRC!
Dopo il Portogallo, il calendario prevedeva di rimanere nella Penisola Iberica per il Rally di Spagna, il primo evento interamente su asfalto! Dopo la sorprendente prestazione in Portogallo, Freddy Loix fu scelto dalla Toyota per marcare punti. Per la seconda volta questa stagione, l'ex campione Auriol correva, ma solo per il mondiale piloti: certamente non il massimo per lui, che sino a quel momento era stato anche parecchio sfortunato. In Spagna c’era una grossa novità: Mitsubishi era pronta a far debuttare la Lancer Evo V, ancora una volta secondo le vecchie regole del Gruppo A! Tuttavia, come se i piloti a giocarsi la vittoria non fossero già abbastanza, in questo evento altre macchine potevano dire la loro per il primo posto: le Kit car. Nonostante fossero ufficialmente di classe inferiore rispetto alle vetture WRC, il rally di Spagna, completamente su asfalto, era il loro terreno di caccia! Negli eventi con superfici diverse non potevano essere competitive, ma il loro sistema a 2 ruote motrici, il peso inferiore di 270 kg rispetto alle vetture WRC e la potenza inferiore di soli 20 CV facevano sì che in un evento interamente asfaltato come questo, le Kit Car potessero essere realisticamente più veloci delle vetture della classe regina, quindi tante auto e piloti nuovi erano pronti a giocarsela. I tifosi non vedevano l’ora di scoprire chi sarebbe stato il primo leader. Alla fine della prima tappa Didier Auriol era il pilota al comando! Proprio lui, il pilota che non portava punti alla Toyota era in testa, davanti alla nuova Citroen Xsara kit car di Jesus Puras, alla Escort del rientrante Bruno Thiry e alla Peugeot 306 Maxi del mago dell’asfalto Gilles Panizzi. In ogni caso, dal leader a Makinen in nona piazza, c’erano solo 48 secondi! L’unico top team fuori dalla contesa per la vittoria era la Subaru, l’unica a montare le Pirelli, che a quanto pare fornivano meno grip delle Michelin in questo evento.
Con distacchi così corti, come era ovvio aspettarsi i piloti si scambiarono le posizioni continuamente durante la seconda tappa, tuttavia nessuno riuscì ad avvicinarsi ad Auriol che rimaneva stabilmente al comando. Alla fine della seconda giornata quindi c’erano notizie sia buone che brutte per la Toyota. Le buone: tre auto nelle prime tre posizioni. Le cattive: erano nell’ordine sbagliato, il pilota in testa non portava punti e Sainz, il loro pilota di punta, era terzo. Tuttavia, non fu dato alcun ordine di squadra! Il terzo giorno registrò una nuova sorpresa: Carlos Sainz, l’idolo locale, uscì dalla zona punti a causa di una foratura. Makinen mantenne la gara viva, cercando di superare Loix, ma senza riuscirci. Fu doppietta Toyota, con Auriol di nuovo primo dopo 3 anni. Mitsubishi tuttavia non poteva lamentarsi, un terzo e un quarto posto al debutto con una nuova auto non sono certo risultati da buttare via, e nonostante tutto, erano primi nella classifica Marche, anche se con un misero punto di vantaggio su Toyota. Chi invece certamente usciva poco contento dalla trasferta spagnola era la Ford, che registrava un doppio ritiro dopo aver visto le sue auto sempre al traguardo in tutti gli eventi sinora disputati! Due Kit Car completarono la top 6, la Citroen di Bugalski e la Peugeot di Panizzi. La cosa certamente non fece altro che alimentare ulteriormente le lamentele da parte dei team nella classe regina a proposito di questo regolamento, anche considerando che la Kit Car di Puras si ritirò mentre era seconda!
Dopo aver visto 5 vincitori diversi dopo 5 eventi, arrivò il momento di andare in Francia per il Tour de Corse. Un meteo particolarmente mutevole accolse i piloti, che nuovamente dovevano stare attenti a non sbagliare la scelta delle gomme. Ad aggiungere ulteriore caos, si trattava di un altro evento interamente su asfalto, il che significava che la minaccia delle Kit Car era di nuovo presente per le vetture della classe regina. Pronti via e al comando andò subito la Subaru di Colin Mcrae, mantenendo la posizione per tutta la prima giornata. Anche lo scozzese era sorpreso dalla performance: com’era possibile tale prestazione dopo tutte le fatiche patite in Spagna? La Pirelli aveva portato delle nuove gomme qui, che a quanto pare funzionavano molto bene! A dimostrazione della cosa anche Piero Liatti stava volando, impensierendo la Peugeot 306 Maxi in seconda posizione guidata da François Delecour. Alle spalle di questo terzetto, Tommi Makinen dovette alzare bandiera bianca a causa di alcuni problemi di gioventù della Lancer Evo V, il quarto ritiro il sei rally, un inizio da incubo per lui. Le cose non andavano meglio per il suo rivale Sainz: il padre dell'omonimo pilota di F1 si è trovato a dover riparare la vettura durante un trasferimento su strada! E mica un guasto da niente, c’era un foro nel motore! Carlos e il suo copilota Luis Moya dovevano una soluzione senza un meccanico nelle vicinanze. Moya propose di coprire il buco con un guanto, mentre Sainz corse verso un albero per procurarsi il ramo perfetto per un un rattoppo alla meno peggio. Inutile dire che fu una delle scene più memorabili di questa stagione! Carlos poi usò dolcemente l'acceleratore mentre arrivava all'assistenza, aiutato anche dalla pendenza della strada. McRae nel frattempo aveva costruito una leadership praticamente inattaccabile: il meglio a cui gli altri potevano ambire era il secondo gradino del podio. I due candidati principali erano Delecour e Liatti, coinvolti in un’aspra battaglia, ma incredibilmente Sainz durante il secondo giorno operò il sorpasso su entrambi. A quanto pare ora il motore funzionava bene, ma le sventure per lo spagnolo non erano finite: una ruota danneggiata provocò lo sgonfiamento di uno pneumatico durante la SS15, buttandolo fuori dalla top 6. Naturalmente le emozioni non sono certo terminate, con la Peugeot di Panizzi che terminò al quarto posto dopo un'intensa lotta con Auriol e Thiry. il suo compagno di squadra, Delecour, fece ancora meglio, concludendo in seconda piazza precedendo Piero Liatti di un nulla! Questa era la seconda vittoria per McRae e la Subaru, che nonostante il terribile inizio di stagione, ora erano entrambi in testa alle rispettive classifiche di campionato: chi l'avrebbe mai detto?

Per il settimo round, dopo tanti appuntamenti in Europa, era ora la volta per i team di spostarsi per la prima e ultima volta dell’anno in Sud America: l'Argentina li attendeva con le sue famigerate prove su sterrato! Come al solito le emozioni non sono mancate sin dall’inizio: Makinen, Auriol e Mcrae hanno hanno cominciato subito a guidare “maximum attack” per issarsi al primo posto, concludendo la prima giornata in quest'ordine. Dietro di loro, la classifica parziale trovava il redivivo Kankkunen. Il finlandese non è mai andato troppo bene negli eventi su asfalto, ma ora con il ritorno dello sterrato appariva più in palla e poteva ambire ad un buon risultato. Nella seconda giornata, Makinen doveva partire per primo e quindi perdere tempo per aprire la strada, fu così che Mcrae lo scavalcò al comando. Auriol nel frattempo doveva ritirare per l’ennesima volta i sogni di gloria a causa di un problema al motore. Colin così aveva ottime possibilità di vincere per la prima volta in Argentina, ma poi arrivò il colpo di scena. Lo scozzese colpì una roccia sporgente a lato della strada, danneggiando gravemente la sospensione. Notizia se possibile ancora peggiore per lui e per il copilota Nicky Grist: l’assistenza successiva era ben due speciali dopo! L’unica possibilità era di ripararla da soli, se volevano rimanere nel rally. Apparentemente non era possibile rimuovere la ruota, che era bloccata, per raddrizzare la sospensione. Poi però arrivò un lampo di genio! I due guidarono provocando di proposito lo scoppio dello pneumatico, così da liberare la sospensione. Poi raddrizzarono il braccetto usando una grossa pietra, consultandosi con un esperto telefonicamente! Purtroppo l’operazione costò del tempo e ricevettero una penalità di 2 minuti e mezzo, ma almeno erano ancora in gara. In ogni caso, non avevano ancora finito le sorprese: nella speciale successiva l'Impreza numero 3 faceva segnare il miglior tempo, lasciando il team Subaru e tutti gli altri a bocca aperta. Alla fine Mcrae concluse il rally al quinto posto, dietro a Richard Burns ma davanti al compagno di squadra Liatti.

Con Colin penalizzato, Makinen si ritrovava di nuovo al comando e non buttò al vento il risultato. Terza vittoria di fila in Argentina per lui! Dietro di lui, il secondo posto di Kankkunen era minacciato da Carlos Sainz. Per l’ennesima volta in questa stagione queste due leggende si trovavano a battagliare! I due non si fecero certo pregare per spremere le loro WRC, quando Carlos faceva segnare il miglior tempo, Juha lo faceva segnare nella speciale successiva. Alla fine, la Corolla di Sainz risultò vincitrice del duello per meno di un secondo, un altro distacco davvero risicato, impressionante in un rally lungo 400 km!
view post Posted: 12/3/2024, 22:16     WRC 2024 - DISCUSSIONI SUI RALLY
Tanti eventi vogliono entrare! Speriamo che il regolamento porti anche nuovi team
view post Posted: 29/2/2024, 00:52     WRC 2024 - DISCUSSIONI SUI RALLY
E questa è solo una delle novità. Gli eventi potranno anche avere diverse lunghezze (ci saranno rally un po' più sprint e rally un po' più maratona).
Poi sono state introdotte le rally 2 plus e un budget di 400.000 € per le vetture top classe.
Per me novità molto interessanti
1239 replies since 5/3/2014